SAVE ART: Stefano Sorrentino alla corte del digitale
di Giuseppe MASSIMINI
Nel suo lungo cammino di pittore Stefano Sorrentino (Milano 1956) si è rimesso spesso in discussione confrontandosi con più temi. Dopo gli esordi caratterizzati dalla pittura figurativa si è dedicato alla poesia e alla musica (per la cronaca ha frequentato discipline musicali al DAMS di Bologna) e ha compiuto il grande passo verso l’astrazione e su alcune tematiche della “Poesia visiva”. Un’opera in particolare Parola di Gustav Mahler ha determinato il cambiamento. E’ l’inizio di un nuovo ciclo pittorico con parole tratte dai manoscritti della vita intima dei grandi musicisti e riportati sulla tela. Dopo una breve pausa di silenzio e di non poche conflittualità con le pilotate scelte artistiche a lui contemporanee si è rimesso in discussione. Una nuova svolta, un nuovo ciclo. Supera ogni confine pittorico e si avvicina all’arte digitale recuperando in una sorta di Eden dell’arte tutta la sua formazione sempre stretta e governata intorno a tanti maestri senza sentirsi mai prigioniero. In questa nuova ricerca Sorrentino reinterpreta il mondo del fumetto e dei murales e ne scardina il linguaggio con innovazione estetica e nobiltà tutta letteraria.
Racconta l’artista: “Il progetto “SAVE ART” è nato dopo quasi 50 anni di pittura. Si sviluppa cogliendo suggerimenti che emergono da vari fronti: dal surrealismo e dalle sue affermazioni, quelle del Comte de Lautréamont (il quale auspica un’idea del Bello che sia “come l’incontro casuale di una macchina per cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio”), di Andrè Breton (“La bellezza sarà CONVULSA o non sarà”), Max Ernst, Renè Magritte, Paul Eluard; dalla poesia visiva con le sue sfide verbali e semantiche (Emilio Isgrò, Lamberto Pignotti); dall’arte del Novecento (Andy Warhol, Cy Twombly, Jackson Pollock, Roy Lichtenstein); dall’immaginario collettivo della cultura pop (figure iconiche, pubblicità, fumetti, film), con un gusto trasversale (provocatorio e accomodante allo stesso tempo) per la pura decorazione”. In tutte queste opere, alcune scelte per la mostra, “Generazioni. Arte contemporanea tra figurazione e astrazione”, dall’11 maggio al Museo Civico Mastroianni a Marino (Roma), campeggia lo slogan “SAVE ART”, “SALVIAMO L’ARTE”, a volte appena accennato in sottofondo, a volte sussurrato, a volte urlato a piena voce, per ricordarci che, salvando l’arte, salveremo anche noi stessi. L’artista vive e svolge la sua attività artistica a Parma.